La prima sfida di People per il 2021 è prepararsi a quando le cose torneranno normali, ben sapendo che non erano normali nemmeno prima e che come prima non torneranno affatto.

Non c’è bisogno di un sottile analista per capire che il commercio si è trasferito massicciamente sulla rete e che l’intelligenza artificiale ha sostituito con facilità la stupidità naturale di un sistema preoccupato solo delle proprie rendite e dei propri conflitti di interessi. L’algoritmo del ribasso non può funzionare.

Però noi ci crediamo ancora: potenzieremo l’e-commerce, come è necessario che sia, ma usciremo da questi benedetti computer per presentare ogni libro che potremo, mettere in scena le opere più preziose, valorizzare i nuovi autori che magari oggi nemmeno sanno di esserlo.

Ci trasferiremo da Gallarate a Busto Arsizio per la nostra sede logistica (stavvi Catone…). Apriremo, se avremo abbastanza schei, una Casa People a Roma.

Il furgone elettrico? Il palco mobile? Una semplice scaletta all’angolo della strada? Ancora non lo sappiamo.

Ciò che sappiamo è che le librerie ci sono ancora e le andremo a trovare. A una a una. Strada per strada.

E contribuiremo a aprire un dibattito che non si è fa da troppi anni: perché è tutto in crisi? Perché non funziona un beneamato?

Ecco, oltre a farsi le domande sarebbe il caso di avanzare una qualche risposta. E se ci si riesce anche un tentativo di soluzione.

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