Ne avevo solo accennato, qui, ma il libro mi aveva molto colpito. Come mi ha colpito il film di Roberto Andò, Viva la libertà, con il solito, mitico Toni Servillo.

Il film è attuale fino all’inquietudine e sembra fatto apposta per accompagnare questo periodo post-elettorale e per farci vedere la crisi della politica da (almeno) due punti di vista.

Ci vorrebbe un Giovanni Ernani presidente del Consiglio per davvero, in questo momento, carico di emotività (e di follia, anche). Ci vorrebbe qualcuno che dicesse che è ora di piantarla con i politicismi (anzi, avremmo dovuto smetterla vent’anni fa).

Ci vorrebbe che Andrea Bottini, il tipico segretario-del-segretario, si scompigliasse i capelli e provasse ad appassionarsi, perché esser giovani, nella sinistra italiana, significa spesso essere vecchi, vecchissimi.

Ci vorrebbe un governo del «trono vuoto», capace di dare potere ai cittadini e di restituire loro una politica perduta.

Ci vorrebbe qualcuno che cercasse dentro di sé, alla ricerca del proprio rovescio, per rovesciare le cose.

Chissà che non accada davvero. E che razionalità e passione o, se preferite, governo e cambiamento non possano trovare un fragile, ma salutare equilibrio.

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