A furia di camminare, il Vassalotti Gump che abbiamo visto alle prese con il contapassi, è arrivato al raccordo. Ora è un po’ spaesato. E si chiede una cosa ovvia, dopo avere incontrato solitudini e desolazioni mai viste prima: perché nessuno prende di petto la questione?

Perché certo ci sono i cartelli di quelli di Possibile, scritti male tipo quelli della ragazza svedese, che praticamente sono gli unici a parlarne. Ma gli altri?

Gli altri davvero non vedono che si sta spezzando tutto? Che si parla di crociere e sembra più il Titanic, però, o peggio la Costa Concordia?

Torna a casa, Vassalotti. È uscito alle 5 per non togliere tempo al lavoro, ma è come se al dolore fisico della camminata – «veloce!» gli ha detto il dottore – si aggiungesse un malessere nuovo.

Che sia una forma di empatia che contrasta con il suo naturale e professionalissimo cinismo? Non lo sa. Però gli sembra impossibile.

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