Questo episodio, tra i più divertenti di ogni tempo, l’ho raccontato mille volte. Si tratta dell’incontro tra Black Candy, People e i Camillas a Firenze, nel 2019. Ora lo ritrovo nel nuovo libro di Vittorio Ondedei, dedicato proprio alla storia de I Camillas. Non ho altro da aggiungere.

È quello, quello il momento dell’incomprensione, quando tutto il mondo si siede davanti a te, con le gambette incrociate, e ti guarda negli occhi e si aspetta da te ogni cosa tu possa dargli. La mente de I Camillas è una bella piscina olimpionica. In questi casi sanno che non occorre affidarsi alle sagge bracciate della ragione, ma bisogna mandare i pensieri sul trampolino più alto e dar loro una bella spinta. Lasciarli aggrappati per un secondo, mentre dicono sottovoce «Non so nuotare», staccando poi un ditino alla volta dal bordo. E andare incontro alla realtà.
«Allora, volete proporci un libro, avete un’idea per un libro?»
«Facciamo prima a leggervi quello che abbiamo scritto.»
Tirano fuori dalle tasche e dalle borse le fotocopie di una decina di pagine scritte nei giorni precedenti, perché non si sa mai. E leggono, alternandosi, un brano dietro l’altro, rapidamente e senza spiegazioni. Tornano sul trampolino e saltano, prendendo per mano i pensieri appesi.
«Non abbiate paura. L’acqua non è dura.»
Franz Foti è fra Ruben e Zagor, riprende con il telefonino e l’inquadratura sobbalza perché ride. Adesso siamo tutti e tutte assieme, non importano i nomi, venite con noi nel futuro in cui siamo stati, dicono I Camillas.
Poi è tutto dolcezza, chiacchiere di saluto, accordi che si prendono, Pippo Civati che trascina Moby Dick per la coda, mentre Ruben e Zagor se ne vanno di corsa, «C’è il treno», «e quanto stanno bene le giacche a Paolo Benvegnù e perché a noi no?», «A me sì» dice Zagor.

Firenze, 2019

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