L’ispettore Vassalotti è davanti alla tv. Scorrono i nomi dei sottosegretari. L’immagine si ferma su chi sarà “vice” di Sua Franceschinità: è Lucia Borgonzoni.

Cambia canale, Vassalotti, gli pare che il tasso del governo sia troppo tecnico, così si sta esagerando.

Si sovrappongono a quelle immagini le carte della sua inchiesta, perché in tutto questo bailamme succede che Possibile abbia ricominciato a scassare i cabasisi sul clima, sulla progressività e sulla patrimoniale. Che nel loro ambiente si parli, provocatoriamente, di “Poveri ricchi” e che addirittura Serafin si sia messo a scrivere un libro che si intitola Tax the Rich.

Nel frattempo Brignone ha assunto una fundraiser, vuole cambiare tutti gli strumenti che il suo partito adotta da tempo, e aprire una scuola di formazione che si chiama, pensate quanto sono spiritosi, “A ripetizione“.

Ecco, questi ripetono da anni cose che non si fila nessuno, tutti gli altri sono al governo insieme come se fosse normale, eppure quelli di Possibile hanno pure l’aria di essere felici e soddisfatti. Il flusso delle adesioni cresce costante, ormai l’aumento è quotidiano e stabile. Che uno poteva pensare fosse un fuoco di paglia. E invece.

Parlano di legalizzazione, di diritti, addirittura di persone trans e ieri a Milano la Procura ha dato ragione a una loro antica battaglia – persissima – a favore dei rider, perché siano assunti e non trattati come schiavi.

Vassalotti allora sa come chiamarli, prendendo in prestito una parola che erano anni che non sentivi pronunciare. I sovversivi, ecco che cosa sono. Felici, però. Quasi gaudenti.

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