Ho scritto per tutta l’estate de #ilibrideglialtri. Finalmente li incontreremo, sabato e domenica, ad #Arona, Lago Maggiore. È #PeopleFest, la rassegna di People, in cui parleremo anche dei progetti futuri della nostra casa editrice.

È partito tutto da qui, da un gioco molto serio che faccio ogni volta che presento uno dei nostri libri: alla fine consiglio i libri degli altri, appunto, perché sappiamo da dove veniamo e non dobbiamo dimenticarlo. La storia non inizia con noi, con il nostro arrivo, dispiace per chi ancora ne è convinto. La cultura è qualcosa che ci attraversa, che ci mette in comunicazione con gli altri, per fare un pezzo di strada insieme.

La mia estate è stata un viaggio e un catalogo, elettrico come i 1600 chilometri del tour Antiorario. Ho letto un libro al giorno per 42 giorni e 195 pagine, una vera maratona. Abbiamo parlato di ciò che ci stava intorno, del clima soprattutto, che è questione economica e sociale. Umana, direi.

Seguendo l’hashtag troverete tutte le pagine che abbiamo frequentato, i capitoli che abbiamo scalato, le discese letterarie in cui ci siamo buttati.

Il libro che ho amato di più? Non ve l’ho ancora detto. Ora posso svelarlo: Almarina di Valeria Parrella, Einaudi. Perché? Non c’è bisogno di dirlo, c’è bisogno di leggerlo. Così come Lo spazio bianco, da rileggere, di cui ho parlato spesso (anche qui, in un post suo malgrado profetico).

Il libro che attendo, ora? Camminare. Lungo i confini e oltre di Stefano Catone, allievo presto diventato maestro. Questo, se permettete, lo pubblichiamo noi.

E sarà un autunno di muri e di confini e di sfide e di storie. Da raccontare e, un po’, anche da vivere. Insieme. I nostri libri, quelli degli altri.

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