Lo aveva chiarito il Post, qualche tempo fa. Le fascette provocano in me l’effetto contrario, una sorta di immediato rovescio della medaglia – e della fascetta.

«Il libro del millennio», «Terza edizione in un quarto d’ora», «Vi cambierà la vita», espressioni stramegagigaenfatiche spesso corredate da una firma che non c’entra un accidente o da un riferimento a un giornale straniero, possibilmente americano, del tipo Sciscinton Times. Ecco, a me fa pensare che non sia vero niente. Che non c’è mica bisogno di scrivere certe cose per incuriosire. Un conto è apprezzare le quarte di copertina – di cui sono da sempre appassionato – o i risvolti, sulle alette della libertà, un conto è la pubblicità di un grande magazzino stampata su un libro, che sembra sempre che insieme ti vendano anche una pentola. Però te lo consiglia il professor Castrocazzi, vuoi mettere?

E però le eccezioni ci sono, eccome. Prendete ad esempio Ottessa Moshfegh, Il mio anno di riposo e di oblio, Feltrinelli. E leggetelo. Ha venduto millemila copie, è il caso letterario del 2019, degli anni precedenti e di quelli successivi? Al Washington Post hanno smesso di scrivere per invidia? Dopo di lei non esisteranno più romanzi, cadrà proprio il genere? Non badateci.

Il libro è strepitoso. Ha un ritmo che sembra una corsa a rotta di collo, e mentre la protagonista si riposa e opta per un lungo letargo, voi vi appassionerete e, sì, lo sto dicendo, non riuscirete a smettere di leggerlo. Stand by. Me.

Le mille luci – spente – di New York, potremmo definirlo (ve lo ricordate Jay McInerney? Se non ve lo ricordate, c’è un tascabile, ancora in catalogo, per Bompiani). Trevor, la dottoressa Tuttle, gli egiziani della bodega, la sua amica non così geniale Reva, il palazzo sull’Ottantaquattresima Est, la galleria di Natasha, Ping Xi e i farmaci, i farmaci e ancora i farmaci per l’«ibernazione». Una vita sonnambula, carica di metafore e di paradossale attualità, che precede – anche se per certi versi non fa che seguirla – la tempesta del 2001.

Leggetelo (e scrivetelo sulla fascetta!).

#ilibrideglialtri

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