Oggi Francesco Cancellato scrive un editoriale contro la sinistra che non si occupa di immigrazione lasciando campo libero alla destra.

C’è qualche precisazione da fare: l’ex partito di governo, in particolare con Minniti e Orlando, si è occupato parecchio di immigrazione, adottando una strategia para-leghista e quindi aprendo la strada alla destra trionfante. Gli scandalosi accordi con la Libia, i decreti, i daspo hanno portato le politiche della destra al governo prima ancora che la destra vincesse le elezioni. Con il partner ineludibile Alfano è stata poi gestita molto male l’accoglienza, completando così un quadro deprimente. In più, culturalmente, si è scelto, proprio a fine legislatura, di ricalcare slogan cari alla Lega, nel tentativo disperato di rovesciarne il significato, ottenendo il risultato opposto.

Il resto della sinistra, come spesso è accaduto, ha preferito non parlare di immigrazione, perché «così si perdono voti», come ci hanno spiegato i soliti strateghi.

Siccome i voti li abbiamo persi tutti, e l’esperimento è insomma riuscito, allora è venuto il momento di tornare a parlarne, ha ragione Cancellato, come peraltro qualcuno ha provato, in questi anni e nonostante tutto, a fare, con costanza e determinazione.

Nel suo pezzo, però, c’è un altro aspetto da sottolineare: il vero dominus del governo, non a caso fan di Trump e soprattutto di Putin, dice spesso cose inesatte, imprecise, in molti casi false, circa l’immigrazione e non solo, a cominciare da una prassi consolidata nel fornire dati molto parziali, concedere spazio infinito a generalizzazioni prive di significato e omettere aspetti fondamentali per la comprensione dei fenomeni.

Di Salvini fanno schifo le uscite xenofobe e il razzismo strisciante, forgiato in una lunga carriera all’insegna del disprezzo verso i meridionali e ora applicato alle persone di mezzo pianeta. Altrettanto grave è però il ricorso alla pratica dell’uscita fake, della bugia nera, della provocazione fine a se stessa, che orientano l’opinione pubblica verso posizioni che non esistono e non hanno alcun fondamento, ma sono elettoralmente molto remunerative.

Questo è l’aspetto su cui lavorare, se si vuole costruire qualcosa di credibile e di propositivo per il futuro, sull’immigrazione e non solo. Qualcosa che ha molto a che fare con l’umanità, se è vero che «colui che viene ingannato è trasformato in una cosa» (Michail Bachtin).

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