E così, mentre il Canada si avvia alla legalizzazione della cannabis (Trudeau l’aveva inserita nel proprio programma elettorale, come ricorderete), nel rapporto del 2018 dell’Osservatorio europeo delle droghe troviamo conferma di dati già noti circa l’uso degli stupefacenti e la loro diffusione. Dopo decenni di proibizionismo e di giovanardismi vari scopriamo che la cannabis è di fatto liberalizzata, nel nostro paese, anche se continuano a essere messe in atto politiche punitive – peraltro molto costose e del tutto inefficaci.

Il nuovo governo è guidato da una forza che ha sempre sostenuto la legalizzazione della cannabis, una forza però ha scelto di sposarsi con l’ultradestra e difficilmente sosterrà l’argomento nel dibattito parlamentare. E così perderemo altri anni, senza che si affronti compiutamente la questione, confermando il fallimentare e nocivo paradigma proibizionistico.

Anche per le altre sostanze ci si trascinerà con un modello già dichiarato perdente, senza provare ciò che altri paesi – come il Portogallo – hanno realizzato, con grande giovamento per tutta la società.

Noi alla sperimentazione, alla legalizzazione, alla qualità dell’intervento, preferiamo la nostra tradizionale ipocrisia, a suon di miliardi: quelli spesi dallo Stato, quelli guadagnati dalle mafie. E rimarrà fuorilegge il comportamento di milioni di italiani. Tutto a posto, come sempre.

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