Oggi il premier in Senato si è espresso così, a proposito della questione migratoria, parlando di «chiusure egoistiche degli stati membri» che hanno penalizzato il nostro paese. Ah, gli egoisti antieuropei, che brutta cosa!

Un primo banco di prova del nuovo modo in cui vogliamo dialogare con i partner europei è certamente la disciplina dell’immigrazione. È a tutti evidente come la gestione dei flussi migratori finora attuata ha rappresentato un fallimento.
L’Europa ha consentito, dobbiamo dirlo con forza, chiusure egoistiche di molti stati membri, che hanno finito per scaricare sugli stati frontalieri, ed in primo luogo sul nostro paese, gli oneri e le difficoltà che invece avrebbero dovuto essere condivisi.
Per questo chiederemo con forza il superamento del regolamento di Dublino al fine di ottenere l’effettivo rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità e di realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo. 


[Il vice Salvini applaude insieme agli altri]

Fin dal primo positivo colloquio che ho avuto con la Cancelliera Merkel ho rimarcato l’importanza di questo tema, e le successive dichiarazioni rilasciate dalla medesima durante lo scorso fine settimana dimostrano come si stia affermando la consapevolezza che l’Italia non può essere lasciata sola difronte a tali sfide.

Come forse saprete (e se non lo sapete è il caso che lo sappiate, sul serio), chi è attualmente al governo si è opposto alla riforma del regolamento di Dublino (per la precisione: i gialli si sono astenuti, i blu hanno votato contro) insieme ai sovranisti di altri paesi. E ora si trova a discutere delle obiezioni del gruppo di Visegrád, amici politici della maggioranza italiana attuale, notoriamente contrari a qualsiasi cambiamento che possa aiutare i paesi mediterranei.

Un sovranismo per sua definizione si contrappone a un altro. E gli interessi degli Stati, ancora una volta, in nome di un rivendicato nazionalismo dichiaratamente antieuropeo che va sempre più accentuandosi, si contrappongono a ciò che l’Europarlamento aveva votato. I paesi dell’Est europeo e, tradizionalmente, quelli del Nord sono contrari a qualsiasi «fluidificazione» di Dublino, che deve rimanere un muro. Uno di quei muri di egoismo che piacciono tanto a Salvini, soltanto che questa volta (e non è l’unico caso in cui ciò accade o può accadere) il muro chiude fuori noi. Quelli del Sud, i terroni che quelli come Salvini, fino a poco tempo fa, si auguravano sprofondassero nel Mediterraneo.

Solo che i terroni, sovranissimi, siamo tutti noi, insieme ai greci, agli spagnoli e ai portoghesi. E dopo che è stata chiusa la rotta dei Balcani, siamo proprio noi noi. Noi con Salvini, contro l’egoismo degli Stati. Sì, ciao!

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