Qualche giorno fa parlavo della necessità di aprire una stagione collaborativa, nelle differenze, tra soggetti politici e sociali, in alto e soprattutto in basso, per poter cambiare gli equilibri del nostro sistema politico e avviare una stagione 'rivoluzionaria' rispetto alla politica leaderistica, televisiva e anche per questo trasformistica a cui assistiamo.

Se scorrete i risultati delle elezioni spagnole, scoprirete che questo è stato proprio il modo di lavorare scelto da Podemos. In molte regioni (autonomie) Podemos non si è nemmeno presentato con il proprio nome, ma ha scelto di presentarsi con altre diciture (che non sono soltanto diciture, ma processi politici di estensione della rappresentanza): In comune, compromesso (nel senso di patto, non alla Alfano, per capirci), marea (in Galizia).

Si tratta di qualcosa che si avvicina al 'concetto' di lemma, molto politica, in questo caso.

Certo Podemos, pur conservando buoni rapporti, ha deciso di non allearsi con la sinistra più tradizionale, e di questo si parlerà a lungo, perché è chiaro che la somma delle due proposte avrebbe portato a qualche seggio in più, soprattutto per come è pensato il sistema elettorale spagnolo. O forse si dirà il successo di Podemos è stato proprio quello di rompere con quello schema.

In ogni caso, Podemos negli ultimi mesi ha scelto una prospettiva di governo, tanto da essere preso in giro (per esempio da Cercas) non senza qualche ragione, soprattutto tempo fa, sul cambiamento dell'impostazione del proprio programma. Un programma che è rimasto radicale, ma con una chiara impostazione di una sinistra di governo, rispetto a un certo massimalismo da cui si era partiti. Quando parlo – scherzando – di Ulivos, proprio a questo mi riferisco: della necessità di coniugare un progetto di cambiamento radicale, che sia scritto e definito (cosa che in Italia non si fa più), con un programma in cui i conti tornino. Una prospettiva che non si riduca all'invettiva, ma sappia declinare e discutere un progetto culturale e politico. Senza condizionamenti, senza tatticismi. Con molte ragioni condivise da esprimere.

Queste sono le cose per me importanti della stagione politica spagnola. Non da oggi, che è facile, ma nel leggere una traiettoria politica con maggiore profondità.

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