Quindi, la Francia al secondo turno ha fermato il populismo, come chiedevano alcuni anche in Italia la settimana scorsa. Di fronte al pericolo del Fronte della nazione, socialisti e repubblicani si sono messi a fare politica e hanno ribaltato il risultato.

Però c’è un però grande come una casa: nessuno si sognerebbe di fare un partito con dentro Hollande e Sarkozy, né di presentare al primo turno un candidato che rappresenti entrambi.

Al primo turno ciascuno presenta la propria opzione, la propria idea di politica, le persone di cui si fida. Al secondo turno può scegliere se apparentarsi o no, lasciare il voto libero o invitare i propri elettori a fare una scelta. Sempre che ce ne sia bisogno, perché gli elettori non sono scemi e eventualmente se la sanno cavare da soli. E non è detto che necessariamente si debba votare gli uni o gli altri, perché non sempre c’è il nazismo alle porte, diciamo così.

Non si vede perché adottare l’argomento del voto utile in un sistema elettorale con due turni, né perché suggerire un’alleanza con persone di cui non si condivono le scelte fondamentali. Sulla Costituzione, sul lavoro, sui diritti, sul potere, su mille cose.

Candidare Salà o Malagò, per dirla alla francese, porta molte persone a considerare un’opzione diversa, magari anche populistica, per dirla come la dicono i commentatori più autorevoli. E mi sembra sinceramente una pessima idea.

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