Certo, nessuno crede che il conflitto d'interessi possa essere accolto da Berlusconi nel pacchetto delle riforme. Ne ho scritto ieri sera, cadendo dal divano mentre ascoltavo Enrico Letta parlarne.

Certo, nessuno pensa che con le intese che sono tornate larghe e sono ripartite come nel 2013 dalle riforme costituzionali si possa pretendere un'opera di profonda moralizzazione del Paese.

Certo, nessuno crede che con un padre costituente condannato per frode fiscale si possa contrastare convintamente l'evasione e la corruzione del nostro Paese.

Certo, con l'attuale governo e nell'attuale schema politico, il tema è stato fin troppo sottovalutato. Ed era inevitabile che fosse così, purtroppo.

Però è giusto provarci, in vista di nuovi scenari e del Paese migliore che vogliamo costruire.

L'idea è la seguente: Ferruccio Sansa, in un editoriale sul Fatto d'inizio d'anno, aveva scritto così.

Più dei forconi, dei blocchi, delle occupazioni, delle liste di proscrizione.

Siamo tutti disorientati. Viviamo in un Paese capovolto, dove lo Stato – che dovrebbe essere presidio della legalità – è spesso rappresentato da chi si mette le regole sotto i piedi. Peggio, ne crea di nuove a proprio uso e consumo. E così fornisce pretesto per anarchia e violenza. Decenni di malapolitica hanno depositato nei nostri pensieri una polvere tossica: oltre la corruzione, oltre la criminalità, c’è la perdita del senso della giustizia.

Ma la vera rivoluzione non è una battaglia con le stesse armi dell’illegalità. Così si rafforza chi sta al potere. Sovversivo sarebbe combattere il (dis)ordine costituito con il rispetto della legge. Solo allora il re sarà nudo.

Non è un discorso vuoto. Proviamo a immaginarla concretamente: una giornata di protesta in cui tutti rispettiamo le regole (anche quelle non scritte in un codice). In cui pretendiamo che gli altri – soprattutto chi rappresenta le istituzioni – facciano altrettanto.

Ecco, allora, per riprendere un famoso titolo di Cuore, abbiamo deciso che quella giornata si possa svolgere sabato 29 marzo, qualche ora prima che l'ora legale scatti davvero, nel corso della notte.

Un giorno dedicato alla legalità e al vero Act che tutti si aspettano: quello del recupero di standard europei per quanto riguarda il rispetto minimo delle regole e della legge. E ciò riguarda, come ho avuto modo di scrivere già, un pacchetto di misure che interverrebbe sul vero spreco italiano: dai mille conflitti d'interessi al contrasto di tutte le mafie, dalla lotta all'evasione al superamento di ogni forma di corruzione.

Una giornata particolare, in cui concentrare iniziative, mobilitazioni, proposte di legge, percorsi amministrativi. Insomma, tutto quello che la politica potrebbe fare se solo ospitasse e desse voce a tutti quelli che in Italia si muovono da anni per correggere il suo difetto fondamentale, da cui discendono tutti gli altri.

Un giorno civico, in cui essere davvero tutti uguali. E anche un po' costituzionali.

Può essere il caso, per prepararsi, di leggere il libro-provocazione di Innocenzo Cipolletta, “In Italia paghiamo troppe tasse” Falso!, appena pubblicato da Laterza. E di riprendere quanto facemmo a Canossa, quando chiedemmo scusa a nome della politica, con Stefano Rodotà, in tempi non (ancora così) sospetti: era il marzo del 2012.

Per ora segnatevi la data: 29 marzo 2014. Come promesso, ci lavoreremo insieme.

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