Mi scrive Angela, in uno dei millemila messaggi che sto ricevendo in queste ore:

L'abile discorso di Letta, anche prendendolo per oro colato, ha dimenticato o trattato troppo sommessamente i temi scottanti della corruzione e dell'evasione fiscale. Sì, vogliamo la legge elettorale, ma un partito che sia "avanti" non può limitarsi ai temi più gettonati, contando i tweet sull'argomento. Deve martellare anche su materie più nascoste, ma vitali.

Mi ha colpito l'aggettivo vitale, che come sapete, ha ossessionato (qui e qui) gli ultimi giorni della nostra campagna.

Lo avevo notato anch'io ma non mi ero molto sorpreso perché non è certo una novità, che nel discorso di Letta, molto (in quasi tutto) simile ai precedenti, mancasse completamente una presa di posizione decisa su questi temi.

La questione della moralizzazione s'impone e, invece, è spesso abbandonata, derubricata a fatto squisitamente morale e, quindi, non direttamente politico, all'insegna del solito machiavellismo da quattro soldi che ci perseguita (leggete l'ultimo Adriano Sofri, a proposito di Machiavelli, così ripassate un po').

Di conflitto d'interessi non parla più nessuno. E invece abbiamo depositato, pochi giorni fa, un disegno di legge in Parlamento, elaborato insieme a Andrea Pertici, sul quale torneremo con insistenza, non solo per valutare il tasso di deberlusconizzazione di una certa destra: il conflitto d'interessi riguarda tutto il sistema, non solo Berlusconi, non ci stancheremo mai di ripeterlo.

Per quanto riguarda la corruzione, varrebbe la pena di ricordare che la legge Severino è una legge severa (come è stata rappresentata nei lunghi mesi della decadenza) solo fino ad un certo punto (il diminutivo dovrebbe darci qualche indizio, in proposito): una legge che può essere largamente migliorata, come previsto da un disegno di legge che stiamo depositando alla Camera, insieme a Salvo Tesoriero. La stessa norma Ciotti, ovvero quel piccolo intervento sottoscritto da centinaia di parlamentari che Davide Mattiello ha visto approvare alla Camera, al Senato non è ancora stata ripresa.

Per l'evasione fiscale si fa ancora troppo poco, soprattutto sulle grandi evasioni e, spesso, si confondono i piani: speriamo almeno che sul contante e sulla sua riduzione alla fine della discussione della legge di stabilità si abbiano prese di posizione più forti e più nette, dopo gli iniziali traccheggiamenti del Pdl1 e del Pdl2.

La concorrenza leale, tra cancelli e cancellieri, amici degli amici e clientele di ogni sorta, è un miraggio.

Lo stesso vale per i costi della politica, anche se leggo che Letta ha di nuovo 'abolito' (non è una vera e propria abolizione, per altro) il finanziamento pubblico: lo aveva già fatto due volte, in realtà il testo approvato dalla Camera non è ancora arrivato in Senato e il decreto legge interviene – in modo molto discutibile sotto il profilo del metodo – sullo stesso merito che il Parlamento deve ancora affrontare.

Ho spiegato mille volte come funziona la questione della retribuzione dei parlamentari: i parlamentari del Pd rinunciano già, ogni mese, a più di un terzo del loro stipendio. Potrebbero lasciarlo al Parlamento, e trovare altre forme di finanziamento per il partito, e sarebbe già un segnale fortissimo. Come lo sarebbe quello della revisione della diaria, che i parlamentari che abitano a Roma o nelle vicinanze percepiscono esattamente come quelli che abitano a Bressanone, e sinceramente non si capisce perché.

Con poche correzioni potremmo dire di avere ridotto della metà le retribuzioni dei parlamentari. E sarebbe un risultato. Insieme alle altre cose che ho elencato, però, perché se è odiosa (ma legittima, se determinata dal disagio sociale) la demagogia nelle piazze, è ancora più odiosa quella che proviene dal Palazzo.

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