Democrazia significa non dover mai dire mi dispiace. E di cose che ci dispiacciono, ce ne sono e ce ne sono state tante. Dal sistema elettorale ai costi della politica, dagli sprechi ai fenomeni legati alla corruzione e al malaffare.

Oltre a ‘scusarsi’, però, la politica deve tornare a funzionare e a rappresentare, e il governo Monti si configura inevitabilmente come un monito e, forse, come un giudizio su quello che è accaduto negli ultimi vent’anni (con alcune preziosissime eccezioni).

Per tornare a funzionare, a rappresentare e a dare risposte non personali, ma generali, la politica deve prima di tutto andare a Canossa. Non è soltanto una metafora: il 3 marzo a Canossa, in provincia di Reggio Emilia, organizzeremo l’assise nazionale per il contrasto della corruzione e per la promozione della cultura della legalità, come Stefano Rodotà chiedeva di fare vent’anni fa.

Inviteremo esperti e testimoni, per discuterne, e per precisare la proposta che avanzammo già a Bologna, in occasione de Il nostro tempo. Come già per le primarie e la partecipazione, offrireremo un vademecum e un vero e proprio protocollo di Canossa, contro la corruzione e per la legalità a tutti i livelli, che possa entrare nella proposta di governo dei prossimi anni.

La corruzione ha un costo straordinario, per certi versi addirittura imponderabile. Occuparsene è strategico. E decisivo.

Ci vediamo a Canossa.

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