E dopo mesi e mesi a leggere cose del tipo «non ti candidi mai a niente», «hai un accordo sotto banco con questo, con quella e con quell’altro ancora», dichiaro prima di tutto ai miei 25 e-lettori che mi candido alle #primarieparlamentari.

Nella mia città e nella mia provincia, quella di Monza e della Brianza, appena istituita e già in via di abolizione.

Senza spendere un euro e senza fare pubblicità alcuna.

Senza alcun sostenitore se non la passione civile delle persone con cui ho avuto il piacere di lavorare in questi anni.

Senza chiedere il permesso a nessuno, se non ai firmatari dei moduli previsti dal regolamento. Perché si fa così.

Se ho aspettato a dirlo è perché solo in queste condizioni – con la possibilità restituita ai cittadini di scegliere il proprio parlamentare – mi sarei candidato alla Camera, come ho sempre detto, perché trovo inaccettabili le liste bloccate. Sì, avevo detto che senza le primarie, non mi sarei candidato, e avrei avuto anche qualche problema a votare un Pd fatto su come un Porcellum. Certi impegni vanno rispettati.

Secondo me, dovrebbero farlo tutti. Perché un politico che si fa eleggere nella parte bloccata delle liste, quando ha l’opportunità di chiedere il voto ai cittadini, secondo me, sbaglia.

Del resto, mi dicevano: tranquillo, cambierà la legge elettorale. E uno dei più noti esponenti del Pd a livello nazionale mi aveva chiamato, dieci giorni fa, per rassicurarmi: «lascia stare le primarie, a gennaio faremo la legge elettorale, Pippo, dammi retta». Già. Forse intendeva il gennaio del 2014.

In qualche senso, lo spero. Perché è chiaro che la legge elettorale vada cambiata, all’inizio della prossima legislatura, non alla fine, come è capitato (anche) con questa. Ed è il primo impegno che tutti dovrebbero prendersi, per evitare lo spettacolo indecoroso di questi mesi. E gli insuccessi di questi anni.

Con l’occasione, vi ricordo l’idea, presentata qui, dei «parlamentari a progetto» e di un impegno a termine, che assuma fin d’ora un «tempo» e una «misura», per dirla con Dante.

E, se posso, anche il fatto che, alla fine, feci bene a fidarmi, in assemblea nazionale, di Bersani. Perché nonostante ci abbia fatto attendere quasi un anno intero, le primarie si faranno. E chi mi prese in giro allora, forse, si deve ricredere. Lo dico così, sommessamente.

Per chi volesse darmi una mano, può dare un’occhiata a questa pagina, per ora.

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