L’altra sera, uscendo dalla sede di via Sant’Andrea delle Fratte, l’unica notizia sembrava essere quella delle dieci deroghe e non l’avvio della mini-campagna per le primarie per i parlamentari.

Oggi, e nei prossimi giorni, terrà banco la discussione su chi entra nella quota riservata delle liste, e anche questa rischia di nascondere l’apertura delle liste agli eletti, con una non proprio edificante ridda di nomi e richieste, con toni da valle di Giosafat, che già troviamo sui giornali di oggi.

Il mio consiglio spassionato a Bersani è di dichiarare fin d’ora che tra i ‘bloccati’ ci saranno solo le personalità eminenti e le preclare competenze di valore nazionale, come chiedevo anche qui. Figure e personalità che faticherebbero, per altro, a partecipare a primarie “cotte e mangiate” in una sola settimana (faccio tra l’altro notare che avremmo potuto votare più avanti, soprattutto se, come sembra, la data del voto sembra scivolare più avanti).

Mettiamo l’accento sulle primarie, e non sui posti riservati. E per quanto riguarda i posti riservati – che potevano essere molti meno, siamo d’accordo – mettiamo l’accento sulle figure che ci sembrano rappresentare al meglio il nostro Paese. Il resto lasciamolo da parte.

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