Facciamo trentuno. Ma non nel senso della data, eh. Perché ieri scrivevo “Natale con i tuoi, Parlamento con chi vuoi” e ci siamo ritrovati le primarie per i parlamentari tra Natale e Capodanno. Mi fa piacere essere preso in parola, ma non letteralmente, se si può.

Ora, se è vero che il Governo rivede il numero di firme per presentare le liste al Parlamento, si può rivedere anche la data di presentazione delle stesse, posticipandola di qualche giorno.

E se è vero che è fondamentale votare il 17 febbraio e non il 24 o all’inizio di marzo (per ragioni però che sinceramente comprendo fino ad un certo punto), è altrettanto vero che l’accelerazione dettata dall’emergenza (la solita emergenza italiana) dovrebbe comportare anche qualche minimo cambiamento nelle procedure.

Per dirla con una battuta: è importante lo spread, ma non è meno importante la democrazia.

Così facendo, il Pd potrebbe celebrare le primarie per i parlamentari non nei giorni delle feste natalizie, ma in un giorno di festa democratica. All’epifania (che tutto quanto non ci piace si porta via) o, ancora meglio, il 13 gennaio, come da noi (un noi che vale per cinquemila) proposto.

P.S.: scrivo dalla Lombardia, ricordando che sabato si terranno le primarie civiche per il candidato presidente. Primarie che avremmo dovuto accorpare al ballottaggio del 2 dicembre (come da me sostenuto, purtroppo in solitaria) e che adesso preoccupano tutti quanti per via della bassa affluenza che si rischia. E siccome non ci facciamo mancare niente, in quel film si diceva che poteva piovere, mentre a Milano (e, soprattutto, sulle Prealpi) potrebbe nevicare. Cerchiamo di essere ragionevoli.

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