Massimo D’Alema, da uomo navigato e forse anche da velista, è convinto di avere una soluzione per il vascello fantasma. Condivido la preoccupazione, ma non sono d’accordo con la proposta, né credo che il Pd debba trovare soluzioni diverse rispetto a quella del voto. Lasciamolo affondare, il vascello, con tutti i suoi fantasmi. Non credo che il Pdl possa andare avanti senza B, né che si possano fare grandi riforme nel breve volgere di qualche mese, né che una maggioranza con Casini e Fini (più qualche berlusconiano pentito?!) abbia i numeri e la possibilità di fare la legge elettorale (quale?) e il federalismo (come?). In tempi brevi, oltretutto. Se B cade, il Pd dovrà chiedere il voto. Non so che cosa ne pensi Pigi (che è stato un po’ sfortunato ad andare negli Usa proprio in questi giorni). Dice D’Alema:
«Ha un senso, viceversa, se è un appello alla responsabilità per aprire una fase nuova attraverso un governo di transizione, di larghe intese, o come vogliamo chiamarlo. Ovviamente, in una democrazia bipolare questa non può che essere una soluzione temporanea, legata a obiettivi precisi, ivi compresa la riforma della legge elettorale, che produce un bipolarismo fondato su una personalizzazione distorta della politica. E come la realizzazione di un compromesso ragionevole tra nord e sud in materia di federalismo, per evitare che questo diventi il tema di uno scontro lacerante per il Paese. Si tratta di un discorso che ha una logica e credo proprio che il maggior partito di opposizione sarebbe pronto a riconoscere la logica di un ragionamento di questo tipo».

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