Stefano Rodotà, Elogio del moralismo (Laterza 2011, pp. 37-sgg.):

Durante la riunione della direzione, e prima degli ultimi arresti milanesi, avevo proposto che il Pds convocasse al più presto una sorta di assise nazionale sulla corruzione, con una larga partecipazione degli amministratori locali.

L’articolo che Rodotà ripubblica oggi uscì su l’Unità il 3 maggio 1992. Parlava di lotta alla corruzione come «obiettivo politico preminente». Che era il Pds a dover fare proprio. Per primo.

Come mi è capitato di dire quest’estate, in occasione del caso Penati, torno a ripetere che non ci possiamo limitare a frasi di circostanza, ma dobbiamo saper rilanciare sul piano dell’iniziativa politica. Come si diceva già tanto tempo fa, appunto.

Ecco, a vent’anni di distanza, forse sarebbe il caso di organizzarla, questa assise nazionale sulla corruzione. A partire, se è possibile, non soltanto dai casi d’attualità, ma anche e soprattutto dalle cose che a Bologna abbiamo discusso e presentato. Per progettare insieme il Paese che verrà, e che dobbiamo iniziare a costruire subito, senza perdere altro tempo.

E propongo allora a Stefano Rodotà di convocarla insieme, l’assise che vent’anni fa non si fece, e di dare risalto a un modo diverso di concepire la politica e le istituzioni di cui facciamo parte. Le tre ‘c’: corruzione, clientelismo e conflitto d’interessi. A tutti i livelli. Una buona volta. Una volta per tutte. E per tutti.

Chi ci sta, metta una firma, che si parte.

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