Sono vent'anni che rompono l'anima con il federalismo e adesso danno il ministero del federalismo a uno che loro conoscono benissimo – Brancher per anni è stato l'anello mancante tra B & B, non dimentichiamolo (do you remember Lorenzago?) – e che lo fa soprattutto per non doversi sottoporre al giudizio della magistratura, e loro non dicono niente? Anzi, l'atmosfera è ottima. Bene.
E deve essere ottima anche su tutto il resto, dal momento che non mi pare che la Lega abbia un'opinione diversa da quella di B sulle intercettazioni (anzi, hanno votato la fiducia, come sempre), benché la questione riguardi un altro tema a loro carissimo, almeno a parole: la sicurezza. E non mi pare che abbiano molto da dire a proposito di quello che sta succedendo a Comuni e Regioni all'insegna del federalismo e di un altro tema per loro ancor più urgente: l'autonomia.
Chissà quando finirà l'epoca dei distinguo e qualcuno chiederà loro quali sarebbero i risultati di tanti anni di governo e di assoluto protagonismo nel dibattito politico del Paese. Perché c'è un penultimo tema, che per i padani è il principale: la concretezza e il «saper fare».
E c'è l'ultimissimo tema, che ha più di una relazione con il federalismo: la resposabilità. Perché chi governa, ci ricordano ogni giorno che passa, deve rendere conto dei risultati ai propri elettori e, soprattutto, assumersi la responsabilità delle decisioni. Perché noi, cavoli, vogliamo essere «padroni in casa nostra». Già: e ci si chiede perché stiano in una casa dove il padrone è un altro e dove loro passano il tempo a dire di non essere d'accordo, però, quasi.
In questo senso Pigi merita un applauso: adesso deve solo spiegare a vice e staff che le contraddizioni dei padani esistono, eccome, come qualcuno ripete da tempo, in grande solitudine.

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