Corradino Mineo mi interpella direttamente e pubblciamente con un caffè intitolato «Che fare?». Tipo Lenin.

Allora che si fa, Pippo? Visto anche che l’altra minoranza annaspa nelle contraddizione tra quel che ha fatto e quel che ora vorrebbe? La proposta con cui abbiamo dato battaglia (uso il sociativus perché ho appoggiato la mozione Civati) era di fare la riforma elettorale, meglio un sistema uninominale a doppio turno (proposta Pertici, presentata in Senato) e andare al voto già in primavera. Ora però mi sembra difficile convincere Renzi a far marcia indietro, a sconfessare la “sintonia” con Berlusconi (che vuole premio di maggioranza e liste bloccate). Dovremmo, allora, allearci con i malpancisti ex DS e far saltare l’accordo, ma poi con chi fare la legge? Con Grillo, che cambia posizione ogni 5 minuti? Francamente mi pare difficile. Inoltre ci vorrebbe il coraggio di dire: subito al voto. Anche se a me pare che il milione e 800mila di italiani che hanno votato Renzi ci abbiano chiesto piuttosto: “fate qualcosa, per favore, subito, prima di andare al voto”. Non sono convinto. Abbiamo fatto una gran bella battaglia, è vero, ma non possiamo ripetere “abbiamo fatto una gran bella battaglia”. La politica si fa hic et nunc.

Si può certo migliorare “l’italicum” (ammesso che così lo si voglia chiamare). C’è spazio per introdurre la preferenza. Renzi a porta a porta ha lasciato intendere di non essere contrario. Si pptrebbe forse persino (ammesso che i partitini concordino) alzare la soglia per il premio di maggioranza, portandola dal 35 al 40 per cento, in modo da rendere inevitabile il doppio turno. Ma oltre la legge, bisognerebbe mettere a punto un progetto politico. Ne scrivo tutti i giorni: lavoro, diritti, lotta alla corruzione.

A parte l’eccesso di paternalismo in cui sembra scadere, Corradino non ha alcune informazioni importanti, che sono felice di offrirgli. Come ho detto e ripetuto, non intendo fermare il processo di riforma della legge elettorale, né allearmi con i contestatori di Renzi. Infatti, pur essendo decisamente contrario al risultato che ne è scaturito, sotto il profilo tecnico e politico, in direzione non ho votato contro, ma mi sono astenuto, comprendendo la necessità politica che abbiamo di fronte (e che ci siamo procurati da soli, buttando via un anno intero per tornare al punto di partenza). A Mineo non piace il consolato Letta-Alfano, ma deve sapere che grazie a questa proposta (un vero pacchetto) di Renzi, il consolato va avanti. E a me anche questo crea qualche elemento di perplessità. Quelli contenti sono altri, a cominciare dai governisti come Franceschini e altri, che in direzione hanno addirittura esultato (e ci sarà un perché).

Non sto facendo polemiche pretestuose, sto cercando – come tutti – di capire.

Quanto al pacchetto, è stato Renzi a dire che non si può riformare. Secondo me ha esagerato, ma se non si può riformare, è un po’ dura riformarlo. E dare la colpa agli altri che non lo riformano. In ogni caso, le mie correzioni – a un impianto che non mi piacerebbe comunque – sarebbero analoghe a quelle che propone Mineo. Anzi, sarebbero più profonde: perché io alle preferenze preferirei i collegi uninominali. Alle primarie senza norma preferirei primarie istituzionalizzate. E certo aggiungerei anche il conflitto d’interessi, una legge che ho già presentato alla Camera (Mineo lo sa, tanto che si è detto disponibile a presentare identico testo al Senato). Così come ho sostenuto e sostengo l’impegno di Davide Mattiello per la riforma del 416-ter, che dovrebbe tra l’altro riguardare le elezioni ma anche le primarie (si parla di voto di scambio politico-mafioso, per capirci).

Per uscire dall’ipocrisia, però, vorrei dire a Mineo e a tutti che se si fa l’accordo con Berlusconi poi è un po’ difficile infilare nel pacchetto il conflitto d’interessi. Così, a occhio.

Lo stesso vale per il governo: come Mineo certamente saprà, sto insistendo da qualche settimana sulla moralizzazione del sistema italiano, e sto per presentare una grande mobilitazione in questo senso. Ancora qualche giorno, e vedrete che grande campagna faremo. Dubito, però, di trovare al mio fianco Formigoni e gli altri alleati di un governo che l’azione di Renzi rilancia e di fatto allunga fino al 2015 (e oltre, perché per riformare il Senato ce ne vuole…). Così come dubito che si possano fare molte delle cose che Mineo ha a cuore, come me, in questa situazione.

Sperando di sbagliarmi, continuerò a fare proposte per migliorare le cose. Dove è possibile farlo. E quanto al progetto politico, lo avevamo e lo abbiamo, proprio a cominciare dai diritti e dal lavoro. E non è stata, Corradino, una gran bella battaglia: è una gran bella battaglia. Difficile. E quindi ancora più bella. Come sai, non siamo quella minoranza che guarda al passato. A noi piace il futuro.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti