Ad un certo punto ho pensato che ci volesse un governo ombra del governo ombra. Anzi, del «governo di tenebra», perché non si capisce bene che cosa faccia, il governo ombra del Pd. O, meglio, non si capisce bene perché non lo faccia sapere a nessuno, quello che fa. E, soprattutto, perché, banalmente, non faccia l’ombra, il governo ombra. Perché non marchi a uomo i ministri del governo ‘vero’, non risponda a tono, non rilanci. Non mi pare che il governo B stia facendo granché. Anzi. La social card è una social presa in giro, Alitalia è una vergogna che fa scalo nelle tasche degli italiani, i militari nelle strade non servono a niente, le politiche ambientali sono state azzerate, il decreto anti-crisi si è ridotto a 3 miseri miliardi di euro. E il governo ombra? E’ umbratile, d’accordo, ma in un senso che definirei improprio. Che cosa fa, esattamente? E perché non lo si può chiedere, che subito si offendono tutti? Misteri democratici. Allora, mi sono detto, adesso mi ci metto di buzzo buono, e faccio il governo ombra del governo ombra. Poi, più modestamente, mi sono chiesto, perché non lo si fa lavorare, questo benedettissimo governo ombra? Perché non si abituano gli elettori all’idea che ogni volta che un ministro ne spara una delle sue, il nostro governo non risponde? Ecco, a volte non ci vogliono idee clamorose per ripartire. A volte bastano piccoli segnali. A volte basta l’ombra.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti