Come sempre geniale Benigni: Pd è l’abbreviazione di Paradiso. La clamorosa gaffe del Ministero, che ha dato una traccia per il tema di italiano della maturità con un errore grosso come una casa, ci fa pensare al famoso incipit dell’XI canto. L’attacco è folgorante: «O insensata cura de’ mortali…» e – per certi ‘versi’, possiamo dire – sembra proprio raffigurato il processo costituente del Pd, nel senso del Partito. I sillogismi «difettivi» che non ci consentono di volare alto e che fan rima con sofismi e aforismi; le difficoltà di chi se ne va dietro «a iura», a chi vuol «regnar per forza», benché in senso fortunatamente diverso dal testo della Commedia. Così come ci si augura, nel Pd, nessuno intenda «rubare» e sappia ben interpretare il «civil negozio». Sta di fatto che, dice Dante, «da tutte queste cose sciolto», conviene che si muova libero il nostro corso, perché il Pd, appunto, sia «cotanto gloriosamente accolto». E che le cose vadano al loro posto, «come a candellier candelo», per mutuare un’altra immagine che può tornare utile anche a noi mortali vanamente affaticati.

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