«Stanotte, notte bianca che nessuno la può dormire», cantava De Gregori anni fa, aggiungendo: «c’è qualcosa che ci manca che non sappiamo definire». De Gregori, sulla poppa della nave, immaginava di abbandonare la riva, alla volta di capo d’Africa, per dimenticare un amore. Molto più modestamente (e prosaicamente), sono appena rientrato da una riva sì, ma del lago di Como, dove ho partecipato ad un’iniziativa sull’ambiente ‘ospite’ del consigliere Gaffuri, candidato sindaco per le comunali della prossima primavera (Luca, in bocca al lupo!). Si parlava di polveri sottili e sottilmente si ricostruiva il percorso della legge regionale anti-smog: la legge più citata e meno applicata della storia regionale, perennemente al centro del dibattito e mai dell’iniziativa politica. L’impressione è che sia sempre più forte il tema ambientale nella consapevolezza delle persone e delle nostre comunità e che, al solito, sia la politica ad essere in ritardo. A Como (neanche fossimo a Milano…) un giorno su tre lo smog è sopra la soglia da più di tre anni (ancora De Gregori che canta: «mentre passano le prime ore ed i giorni, i mesi e gli anni…»). Ed è stato, oltretutto, di molto curioso parlare di riscaldamento globale nella sera più calda di tutti gli inverni che io ricordi (c’erano venti gradi, stasera, sulle colline della Brianza comasca e un’aria che sembrava di partire per le vacanze estive). Che sia per questo caldo che non riesco a prendere sonno? In breve, «stanotte, notte strana, con la riva che si allontana…».

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