Oggi mi è venuto in mente Peppino. Chissà perché: non è una ricorrenza, non c’è un motivo particolare. Sarà perché ho letto una frase di Montanelli che si attaglierebbe perfettamente anche a lui e che gli voglio dedicare: "Vi abbiamo votati, ma ce la pagherete". Peppino Motta è stato un grande monzese che se ne è andato all’inizio del 2006, quasi a dirci che sarebbe stato un anno abbastanza crudele (pieno di ‘cose’, di scoperte, ma anche di passioni tristi, però, almeno per me). E la giornata più grigia di tutti i tempi ci ricorda che qualcosa non va, che la politica deve cambiare, al più presto e a cominciare da quella dell’istituzione che mi trovo a rappresentare. A Peppino, come ai liberali veri, piaceva piantare grane ed esercitare sempre e comunque il proprio spirito critico. Anche covare risentimenti vatiniani e spesso esagerati, ma sempre a fin di bene. Ecco il motivo della sua mancanza. Un sano anticonformismo, insieme perfido e benevolo. Quello che ci vuole, a volte. E che rimane su google, digitando "Peppino Motta".

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