Scrivo mentre è in corso il Consiglio comunale di Monza, quella che una volta era la principale assemblea politica della città e che ora si è trasformata in un’aula sorda e grigia. Oggi siamo convocati per discutere una piccola variazione di bilancio – negli altri Comuni sarebbe sufficiente un’ora per discuterne, ma qui, si sa, c’è l’ostruzionismo, e ci tocca stare tutto il sabato a discuterne – e abbiamo ascoltato gli interventi dei consiglieri della minoranza. Per scoprire che alcuni erano uguali agli altri. Proprio identici. Un consigliere di Forza Italia – non passerà alla Storia e non è il caso di citarne il nome – ha letto l’intervento che il capogruppo di AN aveva letto, a sua volta, nella seduta precedente: ovviamente, pensando che nessuno se ne accorgesse. Invece, ce ne siamo accorti e abbiamo seguito – grazie al vicesindaco Scanagatti che ne aveva con sé una copia – le novità che provenivano dai banchi del principale partito dell’opposizione. Ascoltare chi legge, declamandoli come se fossero propri, gli interventi dei colleghi a soli cinque giorni di distanza. Un bel modo per passare il sabato, non c’è che dire, e per celebrare il proprio impegno amministrativo.

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