Il dibattito sul ticket d’ingresso impazza sulle pagine milanesi dei giornali. Contro la proposta del sindaco Moratti, che intende introdurre un ticket da pagare al confine (e, quindi, totalmente a carico dei non milanesi), è sotto attacco da parte dei sindaci dei Comuni dell’hinterland, che minacciano di rispondere “ticket per ticket”, promovendo iniziative analoghe nelle proprie cittadine. Paolo Matteucci, assessore provinciale, si dice preoccupato e ribadisce la necessità di un tavolo di concertazione sovracomunale, per evitare il “tutti contri tutti”. Davide Corritore interviene come al solito con puntualità confermando più di una perplessità che avevo personalmente espresso. Il ticket Moratti penalizza i non milanesi senza toccare i milanesi – e questo, deve aver pensato Moratti, dal punto di vista elettorale non è affatto una piccola cosa – configurandosi più che come una tassa anti-smog, come un semplice dazio doganale. Corritore parla di Londra e ricorda che il ticket riguarda tutti gli automobilisti, formandoli a una diversa cultura della mobilità, e non è esteso a tutta la città, ma soltanto a una sua parte. Si chiede se la diminuzione di traffico che si aspetta sia significativa (alcune stime parlano del 10% in meno delle auto che provengono da fuori). Con Corritore, anch’io mi interrogo sulla destinazione di quei 150 milioni di euro all’anno che si pensa di poter ricavare dall’introduzione dei ticket. E mi chiedo: è proprio il caso che rimangano solo a Milano? Non dovrebbero sostenere piuttosto i collegamenti da e verso la città? Forse sarebbe più utile. Ne parleremo, perché la proposta Moratti ha molti elementi da valutare con attenzione.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti