Si parla molto in questi giorni di canicola e di Consigli (e di Consigli nella canicola, dal momento che è saltata l’aria condizionata in aula) del "Tavolo Milano" e della collaborazione Regione-Governo nazionale per l’avvio di alcuni percorsi politico-amministrativi di grande significato per la comunità lombarda. Formigoni, sempre in cerca di nuove alleanze e di spazi visibilità, si dice ottimista, evidentemente perché trova l’attuale Governo più serio del precedente. Come dargli torto. Con tutti quei lombardi nelle posizioni strategiche, Berlusconi non ha combinato nulla e Formigoni ne prende atto, glissando elegantemente sui fallimenti della Casa delle libertà. Ritornato dal mare della Corsica, Formigoni ha così illustrato in aula i punti fondamentali dell’accordo con il Governo Prodi, chiedendo a tutto il Consiglio di assumersene la responsabilità. Faremo la nostra parte, ovviamente, ma pretenderemo che vi sia da parte del presidente analogo atteggiamento sulle questioni interne alla Regione. Giusto ieri hanno votato il Documento di programmazione economica e finanziaria senza accogliere nessuna delle sollecitazioni delle opposizioni. Vorremmo che fosse rispettato il criterio della reciprocità, spesso evocato a vanvera quando si tratta delle politiche per l’immigrazione, e sempre dimenticato quando si tratta di cose lombarde. Una peppola, potremmo dire, non fa primavera. Già che ci sono, chiedo che il Tavolo Milano venga esteso anche alle questioni brianzole, quantomeno alla soluzione del problema di Viale Lombardia (che si chiama come la Regione e dovrebbe essere in cima alle priorità). Lì, se si vuole risolvere un problema noto da anni alla politica lombarda e nazionale, non è necessario un tavolo. Basta un comodino.

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