Articolo pubblicato su Ossigeno, la rivista di People.

Le ultime vittorie fondamentali sui diritti civili risalgono agli anni Settanta del secolo scorso.

Oggigiorno continua ad avere grande fortuna una lettura retrograda dei cambiamenti sociali, degli stili di vita e dei costumi, che viene salutata dal favore degli elettori – elettori che poi curiosamente si dichiarano favorevoli a molte innovazioni, se interpellati per un sondaggio.

Circolano spettri immaginari, come il terribile gender, e realissimi problemi, come l’omobitransfobia con il suo portato di discriminazioni e violenze.

Si difende l’italianità e la nostra identità, i neri sono ammessi ma non saranno mai del tutto italiani, le altre culture vanno benissimo se però fanno il piacere di assimilarsi alla nostra.

Si dice che tutta questa atmosfera dipenda dalla presenza del Vaticano ma molto fa pensare che si tratti soprattutto di ignoranza e di ipocrisia, se è vero che di religioso, in tutto questo, c’è pochissimo – al di là delle dichiarazioni da comizio, una versione urlata e stravolta della predica domenicale.

La pira di Campo de’ Fiori si è tramutata nel fuoco fatuo dell’ignoranza e della conservazione.

La nostra fragilità ci porta a provare spavento nei confronti del nuovo e il passato viene allora riesumato, all’insegna di una tradizione che è una truffa: se tornassimo davvero indietro, agli anni Cinquanta o forse a qualche “ventennio” prima, se potessimo farlo, ci troveremmo in un’epoca in cui le condizioni della donna erano scandalose, l’omosessualità era motivo di vergogna, non si poteva nemmeno divorziare, i vizi privati superavano di gran lunga le pubbliche virtù ma l’importante era che non lo sapesse nessuno.

Il mondo è infinito e nessuno di noi è al centro, né dell’universo né del giudizio verso le altre persone, delle loro “condotte”, delle loro scelte, della loro felicità, soprattutto.

La laicità ci ha migliorato la vita, ricordarcelo ce la renderebbe ancora migliore. Forse però preferiamo vivere nella paura e nell’angoscia, che ci fa proiettare mostri sugli altri con grande naturalezza. Proprio quella che è negata quando si manifesta nei comportamenti altrui. Anche quando si tratta di amore.

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