A tre anni dalla pubblicazione di “Struzzi!”, esce oggi per People una nuova edizione riveduta, corretta e ampliata di questo libro. Nel frattempo, non è cambiato niente. Se non per il clima.

In questa struggle for life collettiva, appare ancora troppo frammentato e politicamente poco rilevante il campo degli attivisti per il clima.

Abbiamo innumerevoli anniversari: prima di tutto, ovviamente, l’emergenza climatica stessa – e gli avversari in questo caso siamo noi, nemici di noi stessi, ancora troppo inerti e esitanti. Poi c’è una larga schiera di negazionisti, potenti e organizzati, che convergono da tempo e condividono una precisa strategia. Al loro seguito troviamo i politici che li assecondano, gli interessi costituiti e cementati da un’irresponsabile avidità. Tante, tantissime risorse. Tanto, tantissimo potere.

Pare, per numero e per schieramento di forze, di essere alle Termopili, le “porte calde”, che si scaldano sempre di più.

E noi? È venuto il momento di organizzarsi a ogni livello, con le modalità che ciascuno preferisce ma di scegliere la via della condivisione e del superamento delle differenze. Non si tratta di piccole scelte politiche, si tratta di fare come in quei film in cui ci si attrezza tutti quanti quando arrivano gli alieni.

È un invito che mi sento di rivolgere a tutte e a tutti, a ogni attivista, a ogni organizzazione di cui fa parte. La mobilitazione deve essere permanente, dobbiamo intensificare le relazioni tra di noi.

C’è da salvare l’umanità, in fondo.

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