Pensavate fosse in vacanza, il nostro ispettore? Nah. Era al lavoro, per il suo partito, sotto copertura. Anzi, sotto sotto. Là dove alligna lo sfruttamento.

Si è messo a raccogliere tutte le denunce pubbliche sulle retribuzioni – se così si possono chiamare gli stipendi da fame che ha individuato – che Possibile aveva proposto di raccogliere.

Ne ha offerto una piccola rassegna dell’orrore, che trovate qui di seguito. Vedi alla voce #salariominimo. E #crisisociale, anche. Apparentemente irriversibile.

Vassalotti, abituato al suo piccolo stipendio e alle quattordici mensilità, non ci voleva credere. E invece pare essere la normalità.

Mentre passeggia nervosamente sul Lungotevere, teme il peggio per un Paese combinato così.

Vorrebbe dire a tutte e tutti, urlare proprio, che non si può continuare in questo modo, che bisogna mobilitarsi, iscriversi a un partito, a un sindacato, sostenere chi fa politica in modo pulito e scegliere solo i posti dove lo sfruttamento non esiste, dove non ci si approfitta delle persone, dove non si distrugge tutto, perché poi queste persone come potranno contribuire allo sviluppo del Paese e maturare una posizione dignitosa?

Vorrebbe gridarlo, poi guarda la sua divisa e sa di non poterlo fare. Però ci tiene a farcelo sapere. Prima che sia (già) troppo tardi.

Ecco alcune “testimonianze”.

Momento di debolezza

La ristoratrice da cui lavoro vuole rettificare il prezzo del servizio al ristorante diminuendolo di 5 euro dicendo che il prezzo stabilito inizialmente (già inadeguato) lo aveva fatto in un momento di debolezza. Poverina, poveri noi. Risparmio i dettagli del contratto in cui ⅔ della paga mi vengono dati in nero.

Con l’esperienza

Dopo la laurea e l’esame di abilitazione professionale, primo lavoro in uno studio d’architettura. Tre mesi ripagati “con l’esperienza” (testuali parole) e poi un anno 400 euro al mese. Ho accettato, anche se era sbagliato, perché era un buono studio, perché amici e famiglia mi dicevano che “era normale, dovevo fare gavetta” e comunque se non fossi andato io, sarebbe andato un altro.

2,50 all’ora

Bagnino, 2,50 euro all’ora, 10 ore al giorno senza giorno libero (se lo volevo lo prendevo ma non mi pagavano). L’anno dopo sono stati così gentili da darmi 3 euro all’ora, con le stesse modalità per il giorno libero. Ma “i giovani non hanno voglia di lavorare”.

Sessismo, puntualmente

Ma perché, vogliamo parlare delle battutine maschiliste e misogine che ti devi prendere? Perché ovviamente quando ti trovi a 18 anni a fare il tuo primo lavoro da barista, super sottopagato, devi anche sopportarti queste molestie verbali altrimenti il lavoro lo perdi. Poi c’è chi come me ti manda a quel paese, ma ci sono anche quelle ragazze che non se la sentono di perdere il lavoro e quindi lavorano a queste condizioni.

In osservazione

Per la serie i giovani non hanno voglia di lavorare: 17 anni, 2 settimane per 8 ore al giorno, 100 euro a settimana. La prima settimana non mi hanno pagata perché ero “in osservazione”, con 10 minuti di pausa pranzo, gli orari mi venivano comunicati sempre il giorno prima e dovevo essere sempre disponibile.

Un lusso per ricchi (la cultura)

Laureata e con master in arte e spettacoli dal vivo, ho fatto anni pagata in ritenuta a 300 euro al mese 5/7 dalle 19 alle 18 e oltre. Fate voi il calcolo ad ore. Lavorare nella cultura in Italia è un lusso per ricchi.

Villaggio globale

Sempre per la serie “i giovani non vogliono lavorare”, non dimenticherò mai quel villaggio turistico in cui ho lavorato un mese dalle 9 del mattino alle 2 di notte per 350 euro. Ero piccola e mi andava bene tutto, col senno di poi non lo rifarei mai. Ah, e ovviamente spostamenti e pasti a spese mie, senza un minimo di formazione o tutela.

Zero tituli

Sempre per la serie “i giovani non vogliono lavorare”: la mia ex titolare offriva 500 euro per 90 ore settimanali (più di 12 al giorno, ogni giorno, domeniche e festivi inclusi), tutti in nero, sbeffeggiando anche per i titoli. Io avevo due lauree, lei il diploma.

E ringrazia

Primo lavoro, 16 anni, 2,50 all’ora per un massimo di 20 euro al giorno (anche se raramente si lavorava meno di 8 ore al giorno). Ovviamente nessun giorno di riposo ad agosto, e ringrazia che impari un mestiere. Ora faccio la cameriera all’estero con salario minimo e non tornerei mai indietro.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti