È come se fosse un doppio colpo, quello che abbiamo ricevuto in questi ultimi due anni.

Ci pensavo tornando dal Globe, ieri. La pandemia, il virus che ci ha colpiti duramente, e però la nostra fragilità, che trionfava anche prima.

Una fragilità di sistema, fin dalle fondamenta.

Uno striscione ieri diceva: eravamo precari già prima.

Ecco, eravamo ammalati già prima. E non stiamo facendo nulla di serio per curarci, meglio, per prenderci cura di noi.

A cominciare proprio dalla cultura, dalla scuola e dalla ricerca, dal nostro welfare, dal rispetto della dignità delle persone. Dalla dismisura che attraversa questa società, tra chi è di buona famiglia, frequenta le scuole giuste, avrà per tutta la vita la strada spianata e chi invece come unica eredità avrà tutto il contrario.

È colpa del governo precedente, si sente ripetere da sempre, peccato che siano in molti casi le stesse persone – le stesse! – ad averli guidati, i governi precedenti. Tutti quanti.

Ecco, per non dare la colpa al governo successivo, che potrebbe comunque essere un’interessante innovazione dello schema, usciamo dalla pandemia, usciamo di casa, ma cambiamo tutto.

Perché niente, niente, niente sia più come prima.

Qualcuno ci prova. Sosteniamolo.

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