Forse in tutta questa ahinoi inutile discussione sulla #cannabislegale si è perso un dettaglio: criminale è il proibizionismo, non la cannabis.

È criminale e criminogena “la guerra alla droga” (vedi alla voce Messico), è criminale la penalizzazione tout-court (lo ha capito il Portogallo all’inizio dei Duemila, con l’allora presidente Guterres, ora segretario generale dell’Onu).

È stato criminale e criminogeno quello nei confronti dell’alcol – e sono certo che anche agli ultraconservatori sarà capitato di vedere qualche film, in proposito.

È criminale perché mafioso e tutti conveniamo nel ribadire che la mafia è una merda ecc. Però.

È criminale perché fa girare pasticci non controllati, che uno non sa nemmeno che cosa sta fumando, da dove viene la sostanza che ha comprato, in un consumo tutt’altro che consapevole.

È criminale perché è basato su fallimenti storici e su pregiudizi infondati e argomenti che di scientifico non hanno nulla, anche perché puntualmente miscelati (tagliati?) con il far-finta-di-non-capire (ad esempio che la legalizzazione riguarderebbe i maggiorenni, ma appunto siamo all’asilo).

È criminale perché aumenta i danni sociali, perché non raggiunge gli obiettivi che si prefigge e – non è un paradosso – perché porta a un complesso legislativo e amministrativo costosissimo che tutto sommato non rispetta quasi nessuno, se è vero che i consumatori sono milioni e in milioni di casi si rivolgono a spacciatori e ovviamente in nero. Ma il nero non è criminale, no, fa parte della nostra cultura.

È criminale perché vieta o comunque complica l’adozione a prezzi accessibili di farmaci a base di cannabinoidi, mentre gli oppioidi vanno a bomba, vero?

E sarebbe criminale se fosse applicato a sostanze che sono invece legali e che fanno più male della cannabis.

Spero sia chiaro: è criminale continuare a rinviare una riforma in questo senso, adottata da Paesi civili, a cui guardiamo con rispetto, come Canada e Usa (ora si discute la legalizzazione federale).

Ma continuiamo così, facciamoci del male. Criminale.

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