Il ciriegio, venuto dopo gran fuga d’anni al nonagesimo suo, fu sradicato e messo in tavole. E dette tavole, dopo stagionatura assai, piallate. E, infine, commesse in una scansia.
Ora egli guarda l’Omero e il Plato, l’Orazio e il Dante. Ma se il destino gli riconducesse una delle trasvolate ore del tempo, ei si rifarebbe al suo colle, a far zuffa con i venti dell’aprile.

Questa buona favola del buonissimo abate Zanella ne adduce: «che al comune degli uomini, e de’ ciriegi, il pensiero di giovinezza è rimpianto».

Sulla scrivania dell’ispettore Vassalotti campeggia un solo foglio. È la stampa di un messaggio email. Proviene da Parma, da un nuovo iscritto a Possibile. «Maledetti questi nuovi iscritti», pensa Vassalotti. Non si capisce da dove vengano e però hanno le idee molto chiare, gli ha fatto notare il brigadiere Coloccini, nel loro fugace incontro.

Il messaggio dice così:

«Una sinistra con una visione della società, del mondo, del futuro, in Europa non esiste più da 30 anni. C’è bisogno di partiti (come Possibile) che abbiano una visione generale e non che si sveglino quando fa comodo su singole tematiche. Penso sia per questo tentativo di sguardo globale sulla società che possibile sta crescendo.»

Vassalotti è sconvolto. Sono i giorni dell’anniversario della nascita del PCI. Ma qui il 21 non è una data. È l’età di chi – con maggiore intensità e convinzione – si iscrive a Possibile.

E allora pensa alla sua gioventù, Vassalotti, quando era ragazzo – perché anche Vassalotti è stato giovane, che a guardarlo nessuno potrebbe nemmeno immaginarlo – e forse la ragione è in quella passione. E in quella visione.

Vassalotti per deformazione professionale è scettico. Però sente dentro di sé quella scintilla, quel fervore. Da qualche parte gli è rimasto. E, forse, per la prima volta, gli sembra di capire qualcosa di questo fenomeno così curioso, in controtendenza con tutto il resto.

E mentre pensa a quei tempi e a quel momento, su Facebook passa un post di Francesca Mulas Fiori, consigliera comunale a Cagliari, la seconda che aderisce a Possibile.

Accoglienza, inclusione, ecologia, tagli al costo del lavoro, diritto alla salute, politiche per la pace, diritto all’eutanasia, democrazia, parità, diritto all’istruzione, rispetto per gli animali, lotta alle discriminazioni di ogni tipo, antifascismo. Sono questi i temi che la politica dovrebbe affrontare e condividere ogni giorno. E sono questi i temi su cui sempre più persone attorno a me si interrogano, sentendo distanti i partiti tradizionali dalla vita quotidiana, dalle esigenze reali delle persone. Ecco perché ho deciso di aderire a Possibile, giovanissimo partito di sinistra fondato da Giuseppe Civati sei anni fa che vive oggi senza grandi finanziatori ma solo con il contributo dei sostenitori. […] Non è vero che i politici sono tutti uguali, non è vero che un’alternativa non c’è, non è vero che non possiamo fare nulla per cambiare. Non ho mai avuto la tessera di un partito ma oggi ho scelto di fare qualcosa in più. Di provarci, almeno. E sono sicura che saremo in tanti.

[Per aderire a Possibile: www.possibile.com/tessera]

[La citazione che risuona nella mente dell’ispettore Vassalotti viene da Carlo Emilio Gadda]

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