Caro Pippo, come stai?

Ti volevo scrivere da un po’ di tempo. Ho letto la tua “Meravigliosa posizione” tutto d’un fiato su un volo per Londra, a fine luglio, nell’unico viaggio che mi sono concesso fuori dall’Italia (anzi, fuori dall’Europa, letteralmente) per andare a trovare un’amica che l’Italia l’ha lasciata.

Mi ha molto emozionato, il tuo libro. Elettrizzato, come il tuo pulmino. Sorvolavo in aereo i nostri ghiacciai alpini, quando leggevo le commoventi pagine su Greta Thunberg. E poi Silvia Romano e Liliana Segre, Mimmo Lucano e Don Biancalani. I viaggi necessari, da Tallinn a Macerata. Il viaggio di Chiara Alessi dai genitori di Prince. Ogni incontro è una questione politica, un punto programmatico. Come lo furono gli incontri e i viaggi di Langer. Sono “cause perse”, che perse in realtà non sono, ma sono ritrovate dopo anni di impegno politico affannoso.

Sono pagine, le tue, che fanno tornare voglia di politica, di “farla”, anche a chi come me non ha mai avuto manco uno scranno in circoscrizione, ma ci ha creduto tanto nella politica istituzionale, e nonostante tutto ci crede ancora. Con l’umile tessera di Possibile tra le mani.

Ci siamo persi e perse molte volte, negli ultimi anni, in costituenti e illusioni politiche, in nuovi inizi che erano false partenze. Purtroppo si creano sempre grandi aspettative, perché siamo abituati a cercare il messia, il profeta, il salvatore (sempre al maschile). Abbiamo bisogno di una cometa da seguire, sì, ma con una mappa in mano. Un progetto che stupisca le/i ventenni, ma emozioni anche tutti i successivi -enni. Una planimetria, in un certo senso, perché abbiamo «bisogno di tornare a progettare la città, a stare insieme alla gente per strada», come scrive il tuo amico sindaco. Una cometa che non sia una meteora.

La meravigliosa posizione mi sembra un ottimo punto di partenza da cui ripartire, dalle nostre diverse strade per progettare una strada comune. Che sia finalmente chiara, aperta, paziente, gentile. Con pochi punti fermi e un orizzonte temporale che vada oltre la singola epifania.

Partiamo da quella posizione, non ci perdiamo nuovamente.
Un abbraccio, e sempre grazie per il tuo impegno.

V.

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