Sono triste. Questi mesi mi sono caricato i problemi di una intera comunità. Persone sole. Gente che perde il lavoro o vuole solo una voce amica. Figli che perdono le madri. Cittadini in isolamento. Se non finisce presto ci resto sotto.

La politica non sta dando grande prova di sé – siamo arrivati all’Epifania rimpastando presepi di governo e poco altro – ma il messaggio che ho ricevuto ieri sera da un vecchio amico, sindaco di una grande città, deve farci riflettere tutti quanti.

Siamo arrivati alla fine del lockdown-che-non-lo-era e la situazione non è cambiata. Anzi, se è possibile l’incertezza è aumentata.

La situazione è drammatica e più d’uno ne è consapevole. E chi più ne è consapevole, più ne soffre.

Sarebbe il danno più grande del Covid se a perdere l’entusiasmo fossero proprio le persone più sensibili e generose.

Il mio amico sindaco però, dopo un lungo scambio, conclude così:

Ho bisogno di tornare a progettare la città, a stare insieme alla gente per strada.

Ecco, facciamolo, iniziamo a pensarci subito, non perdiamo tempo. E facciamolo insieme.

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