E così, proprio mentre ci sarà legalmente negato il conto alla rovescia (anticipato alle 22?), celebreremo la fine dell’anno alla rovescia.

Un anno iniziato con la morte di un ragazzino, Prince, mentre era in volo con l’Air France, nel carrello di atterraggio, verso l’Europa e – chissà – la libertà, in una storia che People ha voluto ricordare con le parole dolcissime di suo papà e l’impegno “totale” di Chiara Alessi. Tra qualche giorno lo ricorderemo, in un triste anniversario.

Un anno pieno di progetti che abbiamo dovuto rivedere, tutti quanti, ogni volta, come se fosse un allucinato gioco da tavolo in cui ci si ritrovava sempre in una casella diversa, senza aver nemmeno lanciato i dadi. Per non parlare delle promesse marinaie e di una situazione sospesa che spesso è stata occasione per costruirsi alibi perfetti – che poi perfetti non lo erano mai.

Un anno in cui la verità si è frantumata in mille pezzi, versioni, frammenti.

Un anno in cui «andrà tutto bene», bene bene, benissimo, e invece.

Un anno in cui qualcuno ha passato un’intera stagione a dire che il virus non esisteva. E ancora parla. Per fare un esempio, anzi: un paradigma.

Un anno pieno di distanze e, quindi, anche incomprensioni: cose che sembravano belle che si sono rivelate pessime, cose che non avevamo mai considerato che si sono rivelate preziose.

Un anno in cui il tempo si è fermato e tutto invece accelerava e il mondo cambia alla velocità della luce mentre noi siamo chiusi dentro.

Un anno alla rovescia in cui hanno chiuso dentro (e non è una metafora) Eddi Marcucci perché aveva combattuto dalla parte giusta, come ci ha raccontato sua madre, Roberta Lena.

Un anno in cui abbiamo fondato una rivista che si chiama Ossigeno, senza poter immaginare che sarebbe diventata una delle parole – terribili – dell’anno.

Un anno in cui invece di pretendere che Patrick Zaki sia liberato vendiamo armi e fregate all’Egitto. Gliele consegniamo a Natale.

Un anno in cui la politica avrebbe dovuto reagire con prontezza e precisione e invece “ci faranno sapere” nel 2021 che cosa avranno deciso di fare rispetto a tutto ciò che è importante. Ce lo faranno sapere. Forse. Del resto il governo è un governo rovesciato, fin dal 2019.

Un anno in cui si è rovesciato Trump, fortunatamente, e molti guardano al futuro della politica, non solo americana.

Un anno che sei strano tu se chiedi a chi ha immense disponibilità economiche di pagare le tasse e pagarle un po’ di più per aiutare chi non ha nulla o quasi.

Un anno in cui Marco Tiberi – con cui avevamo scritto Fine – ha concluso il suo primo romanzo. Anche questo è un piccolo “alla rovescia”, per una volta in positivo.

E positivo anche il rovesciamento di Makkox (la rovesciata!), perché sembrava il libro non dovesse uscire più, e invece.

Un anno di dolore, per me anche, ma queste sono cose troppo difficili da scrivere. Un anno in cui anche la mia vita si è rovesciata, dopo essersi rovesciata l’anno prima e l’anno prima ancora. Ecco, basta.

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Con il clima che si respira passa anche la voglia dei tradizionali-buoni-propositi e invece è proprio il momento di darseli, progetti, scadenze, decisioni, scelte, investimenti. E non solo per uscire dalla cupezza, no, perché il 2021 sarà una grande sfida, speriamo non troppo difficile per troppe persone.

Dobbiamo usare tutte le nostre capacità profetiche e predittive, avere coraggio e insieme pazienza, studiare bene come tutto si andrà trasformando. E coglierlo, se ne saremo capaci, un attimo prima.

Un anno in cui faremo belle cose con People – si ripartirà dall’antifascismo, di cui abbiamo sempre bisogno – e in cui non appena si potrà spingeremo per la cultura, per i libri nostri e altrui, perché è soprattutto un gigantesco problema culturale.

Un anno in cui ripartiremo, ancora una volta, come facciamo da anni, con Franz e Stefano. E con le nostre autrici. E con Bückler e con Pennacchi. Il primo non sappiamo chi sia, ma leggerlo è largamente sufficiente per volergli bene. Il secondo, beh, è un amico mitologico.

Un anno in cui torneremo a fare politica per le cose che contano, a cominciare dal clima. Salvare il mondo e il patto sociale, che stiamo – entrambi – perdendo.

Un anno in cui quando saremo felici, ci faremo caso. Ne sono sicuro.

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