Ho aderito a Possibile, com’era ovvio e com’era necessario.

Questa volta però l’ho fatto pensando alle cose che sapete ma anche a mia mamma e insieme a mia figlia.

Tessera doppia, anzi tripla.

Perché mia madre per fare la spesa usava lo shopper di Possibile. Come si faceva una volta. Da militante. E spiegava che cosa fosse a chi glielo chiedeva, in coda al supermercato, nello struscio (quando si poteva), alle amiche e agli amici che incontrava.

L’ho sempre trovata una cosa toccante, piccola e grandiosa. E so che Beatrice, la segretaria, sa a cosa mi riferisco.

Il mio è un messaggio, perché Nina lo diceva sempre, alla sua nonna, di quella borsa. E me lo ha ricordato di recente. E alla fine il senso della politica è questo, costruire relazioni, dare senso, trovare conforto in una idea. Che è piccola, minoritaria, ma giusta (forse) e comunque ci si crede.

La mia tessera è una borsa, insomma. E chi seguirà l’esempio sentirà, da qualche parte, quel richiamo. Destinato a non perdersi mai.

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