Ultimo giro del ragionamento tamponi. Mi scrive un’imprenditrice dalla Campania:

«Va fatta una piccola o grande battaglia perché per Inail se un lavoratore prende il Covid è colpa delle imprese. Il risultato è che, almeno qui da noi nel profondo Sud che vive soprattutto di turismo, molti non apriranno proprio. Alcuni lidi e ristoranti, ad esempio, hanno già deciso di rimanere chiusi. Anche tanti alberghi. Il problema sicurezza è uno dei motivi più sentiti anche più dei problemi finanziari».

Ne parlavamo ieri a proposito di ciò che accade in Brianza. Ecco, senza tamponi e tracciabilità c’è – con una voce più flebile degli urlatori di professione – chi non si azzarda, rischia, riapre. Fa i conti e allora non gli conviene. E si aprono autostrade a contenziosi e cause infinite. Insomma, al “tutti contro tutti”, che non fa pensare all’inno nazionale dai balconi, proprio no. A Hobbes, più che altro.

Mi faceva notare Jacopo Tondelli in una delle mie mille dirette che la città del movimento, Milano, è da questo punto di vista pietrificata.

Così siamo nel bel mezzo della Fase 2 e da lunedì si riapre quasi tutto, dappertutto. E sento molte più persone preoccupate ora di quanto non lo fossero a marzo. Speriamo di sbagliarci e che tutto si risolva. Certo che così è molto difficile.

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