Oggi un post dedicato alle «gente meccaniche, e di piccol affare» come quelle che hanno una Srl ai tempi del Coronavirus. Per uscire dalla retorica, visto che non possiamo uscire dall’abitazione.

All’insegna del «restiamo a casa editrice», People ha proseguito con il proprio lavoro. A distanza. Abbiamo continuato a pagare le fatture e soprattutto le persone (gli amministratori si sono sospesi lo stipendio, in attesa di tempi migliori, e ringrazio i miei soci per la pazienza). Abbiamo chiuso tra i primi, fin dalla metà di febbraio abbiamo cancellato tutti gli appuntamenti, le trasferte, gli incontri. Ci siamo visti per l’ultima volta nei primissimi giorni di marzo. Abbiamo chiesto ai dipendenti cosa fosse meglio fare, prima che entrassero in vigore i decreti. E condiviso con loro le scelte su come andare avanti.

Lo smart working per noi era facile. E lo abbiamo fatto. Abbiamo predisposto e confezionato alcune pubblicazioni e lavorato al meglio. Le perdite sono inestimabili, perché la nostra è una casa editrice militante, vagabonda, nomade. Le presentazioni e gli incontri e i festival per noi sono metà del lavoro. Lo zaino è sempre pieno di libri. E lo zaino è rimasto là, abbandonato.

Le librerie riaprono, dice. Solo che bisogna fare le cose bene, non così. Non dalla sera alla mattina. Senza novità (editoriali) ma soprattutto senza garanzie (sanitarie). Riaprire così è stupido. E dispiace che il governo abbia forzato. Come per tutto il resto, ci vuole programmazione e ci vuole ragionevolezza. Il virus si diffonde e ci condizionerà anche grazie alla loro mancanza.

È un settore, il nostro, condizionato da conflitti di interesse proverbiali. E questo non aiuta. E se vogliamo cambiare, quello dell’anti-trust è un punto centrale. Ci saranno molte cose di cui parlare dopo, anzi presto.

Ma è soprattutto la lealtà, a contare. Senza lealtà, sarà una strage.

Ebook e ordini dal sito, ancora per un po’, quindi. E podcast e pubblicazioni free, gratuite, come sempre. Sapete dove trovarci.

Così lontani, così vicini.

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