E così siamo arrivati al rinnovo automatico dell’accordo con la Libia senza che nessuno abbia fatto nulla per farlo cadere. Nemmeno per modificarlo. Neppure in minima parte.

L’attuale presidente del Consiglio che è in carica da un anno e mezzo, non ci ha pensato. Prima stava con Salvini, che figurati, ora sta con Minniti, che ribadisce la bontà di quell’accordo in pensose interviste, nelle quali parla di ciò che vediamo – torture, stupri, commercio e tratta di persone come schiave, persone che si sono macchiate di crimini contro l’umanità, indossando divise nuove di pacca – come di «centri di accoglienza» in Libia. Ancora.

Nella maggioranza sono stati forse quattro o cinque i parlamentari che pubblicamente si sono detti critici verso questi accordi – peraltro sottoscritti da tutti nella passata legislatura, quando le poche voci di opposizione erano messe a tacere dalla propaganda trionfale del Minniti, il Battista del salvinismo.

Ecco, andate avanti con questa vergogna. Mi auguro che uno di quei ragazzini riesca a scappare da quell’inferno e un giorno ve ne chieda conto.

Matteo de Bellis ha scritto così, giorni fa, su Twitter.

L’infame accordo Italia-Libia del 2 febbraio 2017 si rinnoverà automaticamente per altri 3 anni. A meno che una delle parti non decida altrimenti entro il 2 novembre 2019.
Cosa farà Giuseppe Conte? Abbiamo 3 settimane per convincerlo.
#BastaAccordiSenzaDiritti 1/

Il memorandum afferma l’impegno di Italia e Libia “di cooperare per individuare soluzioni urgenti alla questione dei migranti clandestini che attraversano la Libia per recarsi in Europa via mare, attraverso la predisposizione dei campi di accoglienza temporanei in Libia…” 2/

Di fatto l’Italia ha offerto aiuto alla Libia (motovedette, centri di coordinamento, assistenza in operazioni in mare e dichiarazione di un’area SAR, e chissà in che altri modi non noti), chiedendo in cambio che la Libia fermasse i migranti. Senza fare troppe domande sul come. 3/

Nel memorandum, i “diritti umani” compaiono una volta sola, per limitarne lo scopo applicativo al minimo (poi comunque mai rispettato).
“Rifugiati” e “asilo” non compaiono mai.
“Clandestini/a” ben 7 volte.
[Qui il testo] 4/

L’Italia NON ha condizionato la sua assistenza alla rimozione delle gravissime violazioni dei diritti di rifugiati e migranti già ampiamente documentate in Libia, in particolare nei centri di detenzione che il memorandum chiamava “campi di accoglienza”. [Qui il report] 5/

L’accordo è risultato nell’intercettazione in mare di decine di migliaia di donne, uomini e bambini, e nella loro detenzione arbitraria, a tempo indefinito, in centri in cui torture, stupri, uccisioni e sfruttamento sono all’ordine del giorno. [Qui la denuncia di AI]… 6/

Come Nello Scavo ci ha ricordato pochi giorni fa, la cooperazione è stata negoziata dall’Italia anche con capi-milizia – ufficialmente impiegati dalla c.d. Guardia Costiera Libica – ampiamente coinvolti nel traffico di esseri umani. [Qui l’articolo] 7/

La situazione è ora, se possibile, ancora più grave: la maggior parte dei centri di detenzione si trova in zone esposte alla guerra civile, che nel corso del 2019 si è intensificata notevolmente, con crimini di guerra compiuti da entrambe le parti. [Ancora Amnesty] 8/

È venuta l’ora di ristabilire le giuste priorità. La cooperazione con la #Libia deve focalizzarsi su rispetto dei diritti umani, chiusura dei centri di detenzione, evacuazione e resettlement dei rifugiati. Giusto? 9/

Giusto. Quindi non si farà.

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