Per quello che valgono i sondaggi, che comunque paiono essere l’unica ragione di interesse di tutti quanti gli altri (a noi premono più i 2 gradi, come avrete capito), un mese fa non eravamo nemmeno sondati, poi siamo arrivati all’1 per cento, ora pare che la tendenza ci porti verso il 2 e oltre.

Siccome la legge prevede la soglia del 4 per cento, è la tendenza, appunto, che conta. Ed è sufficiente che la campagna porti chi ha già deciso di votare Europa Verde a convincere un’altra persona a fare lo stesso e le cose potrebbero andare molto bene. Se poi le persone sono addirittura due o tre, è fatta.

A parte gli scherzi, quando siamo partiti non ci credeva nessuno, ed era tutto un ipotizzare liste incoerenti, cartelli, accrocchi artificiosi con l’unico obiettivo di arrivare al quorum, per poi magari dividersi in gruppi europei diversi immediatamente dopo.

Possibile ha fatto una scelta diversa. E se vogliamo mandare a Bruxelles le «giovani favolose» e raggiungere le ampie delegazioni green degli altri paesi, è il momento giusto per attivarci.

Da candidato di servizio, a centro lista, mi trovate al solito civati gmail com, che ormai conoscete. E se vorrete potrete dare una mano a me e alla lista scrivendo il mio cognome accanto al simbolo della lista nel Nord-Ovest (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia) e nel Centro (Toscana, Marche, Umbria e Lazio). Vi prego di associarlo sempre al nome di due candidate (si possono esprimere tre preferenze), perché come abbiamo detto e ripetiamo: «tocca a loro».

I materiali della campagna si trovano sul sito www.possibile.com/europee2019/ e www.europaverde.it.

Ogni giorno offrirò una lettura su Europa e clima, clima e Europa sul mio canale di Telegram.

Per tutto il resto, non c’è che da chiedere e da scatenarsi. Il tempo è scaduto. E questo è il motivo per andare a votare.

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