La rassegna del Game of Trolls prosegue.

Qualche minuto fa commentavo su Twitter l’espressione «negozietti etnici», adottata dal ministro dell’Interno, con l’aggiunta di «ritrovi di ubriaconi», segnalando che è un’espressione discriminatoria e razzista.

Arriva puntuale il commentatore che spiega che io dico così perché non vivo in un quartiere con minimarket e negozi «etnici», appunto.

Obiezione che mi sono spesso sentito rivolgere, anche in tv, secondo un ben noto luogo comune.

Solo che si dà il caso che io viva in un quartiere famoso per la presenza di stranieri (e giovani e universitari, anche), di cui frequento i negozi, senza fare distinzione di etnia. Un quartiere con un certo tasso di etilismo, anche, che da queste parte è una tradizione.

Si tratta di un quartiere «certificato» dalla propaganda della destra. La riprova? In campagna elettorale Salvini venne a fare una delle sue imperdibili dirette Fb, in cui canzonava fino all’insulto le persone nere.

Lo invitai con un tweet per un caffè. Non salì.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti