Ho visto, passeggiando per il centro di Monza, i manifesti di Rifondazione comunista (firmati anche con il logo dell’Unione, ma credo non condivisi da nessuna delle altre forze politiche che ne fanno parte), in cui si riprende la campagna di stampa: «anche i ricchi piangano». Mi sembra un messaggio sbagliato e volgare, che mi auguro rappresenti soltanto un punto di vista all’interno di un partito che stimo e di cui condivido molte delle aspirazioni che tendono a rendere la nostra società più giusta. La politica, banalmente, non deve fare piangere nessuno e non si capisce nemmeno perché – se le misure di riequilibrio delle aliquote sono sacrosante, come credo – si debbano presentare come interventi punitivi i dispositivi contenuti nella Finanziaria 2007. D’Alema aveva già commentato: «Preferirei che sorridessero anche i poveri». Una battuta che meglio descrive la volontà di chi (con la riduzione del cuneo fiscale, la leva fiscale riportata alla fase pre-berlusconiana, la necessità di rimettere in sesto in conti dello Stato) ha pensato a una manovra complessa ma giusta. Senza lacrime o punizioni per nessuno e con la volontà di fare tutti (senza classismi) un passo avanti.

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