Dal molo di Catania al centro di Milano per fare opposizione. Quattro gatti, ci scrivono: vedremo domani. In ogni caso, si deve iniziare, per diventare tanti. E bisogna rispondere colpo su colpo, a ogni occasione, perché il problema più grande, a cominciare proprio dal discorso pubblico sull’immigrazione, è stato lasciare campo libero alle destre in tutte le loro forme, concedendo loro parecchi argomenti, peraltro. Così come è stato un errore negare che la destra estrema si stesse riorganizzando, in proprio e con l’assistenza di un leader politico perennemente in tv.

Nel frattempo la realtà scompare, completamente. I numeri, i dati, le prospettive offerti dai primi tre mesi del nuovo governo sono stati rovesciati, in alcuni casi, e in altri sono letteralmente spariti.

Uno studio dell’Istituto Cattaneo dice che gli italiani pensano che i migranti siano il triplo del loro numero reale, la differenza più alta tra percezione e realtà riscontrata in un paese europeo. Non è un caso, nemmeno questo.

E se la realtà sparisce, spariscono anche le promesse di una campagna elettorale eccessiva e truffaldina, in cui si è detto tutto e il contrario di tutto.

A volte sembrano incapaci, altre volte invece sembra che l’incapacità nasconda una precisa strategia, un metodo nella follia: far saltare tutto, la nostra partecipazione all’Europa, la nostra fedeltà ai valori costituzionali, il rispetto delle leggi e delle persone.

Per opporsi a tutto questo, non si tratta più di sommare sigle o personalità. Bisogna uscire e manifestare la nostra contrarietà sempre e ovunque. Ci vediamo in strada, allora, e tutti quelli che ci saranno rappresenteranno un’opzione diversa e migliore per il futuro, uniti dalle stesse battaglie. Battaglie vere, contro le bugie.

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