#ciaggiorniamo è la versione operaia di #staisereno: con questa formula si possono lasciare a casa centinaia di lavoratori via sms.

Succede alla Fca di Cassino, che solo un anno fa prometteva di assumere migliaia di persone, con toni trionfalistici tipo allunaggio e l’immancabile strumentalizzazione politica del solito noto.

Ieri siamo andati fuori dai cancelli di Cassino, al cambio del turno. Era abituale farlo, una volta, ora i politici lo fanno sempre di meno, perché qualcuno dice che gli operai non ci sono più ma soprattutto perché i lavoratori sono parecchio incazzati e sono incazzati proprio con loro.

Abbiamo parlato con i lavoratori, in molti sotto ricatto per via di un rapporto di lavoro fragilissimo, abbiamo discusso delle riforme degli ultimi anni, delle modalità di assunzione, delle forme innumerevoli di contratto e di relazione lavorativa che trasformano il metalmeccanico in Arlecchino, in servitori di due o più padroni (capita anche in altri settori, tra cooperative, subappalti, chiamate, dove tutti gli oneri sono a carico di chi lavora e fatica).

Non facciamo selfie con i padroni del mondo, facciamo foto ai lavoratori e alla loro situazione e chiediamo più dignità e rispetto: 1000 persone che perdono lavoro – come sta accadendo nel Frusinate – non sono un collegio dove fare campagna elettorale, ma una catastrofe sociale.

Oltre a Fca a pochi chilometri c’è Ideal Standard, che qualche giorno fa ha ‘aggiornato’ i lavoratori: chiudiamo tutto e ci trasferiamo. Senza nemmeno sedersi al tavolo del Mise. Dando solo due mesi e mezzo di preavviso ai lavoratori: informati, come se nulla fosse, mentre programmavano la produzione del 2018, sugli stessi obiettivi (in attivo) del 2017.

Vorremmo vedere tutte le bandiere della politica in quel piazzale, vorremmo vedere Regione e Governo al fianco dei lavoratori, alla ricerca di una soluzione per quel sito produttivo e per tutto ciò che ci sta intorno.

Tutti parlano di fake news. Le menzogne raccontate agli operai non interessano a nessuno? Non sono abbastanza news? Le promesse tradite per chi ha una famiglia da mantenere non fanno più notizia?

Dicono che sono cose vecchie, invece sono cose vere.

I lavoratori sono più merci delle merci. Licenziati o spostati in un’altra regione come se fossero pacchi Amazon. Intermittenti come se la vita di una persona consentisse di esserci e non esserci.

I profeti del No, diceva. Nemo propheta. E No, assolutamente, alla propaganda fine a se stessa che produce sfruttamento e povertà anche per chi lavora. C’è bisogno di una nuova stagione, che non è fatta di inglesismi truffaldini, ma di rapporti di lavoro più solidi, di paghe dignitose, di responsabilità condivise, di minori disuguaglianze tra chi sta in fabbrica e chi prende premi come se piovesse. Anche quando lascia a casa le persone, a volte proprio perché le lascia a casa. Con un sms di aggiornamento.

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