Tra comizi e conferenze stampa in chiesa e appelli alla Santa, peraltro la stessa a cui si votò il leader del sì lo scorso anno, fa piacere pensare che si possano votare candidati laici, in Sicilia. Candidati che non abbiano pozioni magiche e non propinino soluzioni taumaturgiche, stinchidisanto, reliquie (in tutti i sensi), riti e processioni, cappucci e cappuccini.

Tra preghiere e concessioni, ex-premier e ex-voti, c’è sempre un’opzione razionale e non per questo meno appassionata. In una parola, laica, nella relazione tra elettore ed eletto, soprattutto.

Sembra una piccola cosa ma non lo è affatto.

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