Credo che, mentre impazza la polemica sul Rosatellum, ultimo atto e sintesi dell’intera legislatura, credo sia urgente un aggiornamento sulla preparazione della lista unica.

Con l’iniziativa di oggi sul lavoro e la definitiva uscita di Mdp dalla maggioranza, che si è consumata ieri al Senato, si intensifica, sotto il profilo politico, la convergenza tra le forze di sinistra per una unica proposta elettorale. A sinistra e per la promozione dei valori costituzionali e democratici.

Non «a sinistra del Pd», come dicono i media, perché il Pd ha scelto, ancora una volta, di collocarsi in un luogo indistinto, un centro alleato con la destra, per l’ennesima volta in questa legislatura, in un voto – quello sul Rosatellum, con fiducia assistita da Verdini e le destre – che è la sintesi di tutto ciò che è accaduto in questi anni. Noi siamo a sinistra, il Pd non più. E da anni, ormai. Per altro, alla richiesta di Mdp di non mettere la fiducia sul Rosatellum per aprire un confronto parlamentare, ha risposto duramente la maggioranza. Speranza domanda, risponde Brutalità.

Nel frattempo si sta lavorando sul piano politico e programmatico, per definire il profilo di una sinistra di governo: espressione che non scegliamo a caso, perché ciò che abbiamo visto negli ultimi anni non è di sinistra, né di governo. La qualità delle leggi, soprattutto delle mitiche riforme, è stata parecchio scarsa: è stata una lunga teoria di bocciature, incostituzionalità, inefficacia. Le scelte sulla Costituzione, sui sistemi elettorali, sullo Statuto dei lavoratori lo hanno dimostrato plasticamente.

Tutto passerà attraverso le Regionali siciliane, dove la sinistra è già unita, a sostegno di Claudio Fava.

Con Possibile sosterrò sempre l’urgenza che il «Manifesto» della lista sia preciso e definito (la nostra proposta la trovate qui) e altrettanto importante sarà la capacità di chi promuove questa lista di coinvolgere le persone, vere protagoniste di questa operazione, come ho chiesto proponendo le consultazioni che ho chiamato «popolarie».

In questi mesi ho lavorato perché scendesse tra noi il tasso polemico e si smussassero gli spigoli e resto convinto che dobbiamo rivolgere un appello «da Boccia al Che Guevara» che trovi un punto di vista che tutti possano condividere, per dare rappresentanza a chi non l’ha più e per chi vuole cambiare schema di gioco, tra contrapposti populismi, quelli dell’opposizione e quelli già al governo.

Leggendo il libro di Gianni Cuperlo, ad esempio, mi sono convinto ancora di più che ci siano molte «persone giuste» nel «posto sbagliato», che non ha senso pensare alcune cose e trovarsi costretti a sostenere il loro contrario, trovandosi in imbarazzo. Superiamolo, l’imbarazzo, e partiamo.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti