Pare che si voti prestissimo, perché la maggioranza è in fuga da se stessa, dagli impegni che ha preso nel formare il terzo governo della legislatura, preoccupata che sia arrivato il momento del ‘conto’, dopo anni di grandeur e di scelte letteralmente azzardate. Si parla di settembre, forse di ottobre, come fosse questione di settimane e non di futuro. Si evita di approvare la legge di bilancio, per candidarsi poi a scriverla qualche mese dopo, magari con la stessa maggioranza. Un capolavoro.

Per raggiungere questo obiettivo è già pronto lo schema del Nazareno, al cui altare sarà sacrificata anche la legge elettorale che è stata presentata solo qualche giorno fa.

È venuto il momento di passare alla campagna elettorale, che per noi è tutta politica e culturale. È venuto il momento di non indugiare più, con formule nostalgiche e la mera riproposizione delle edizioni precedenti. È venuto il momento di proporre il nostro “libro”, il programma intorno al quale raccoglierci e la visione intorno alla quale chiamare a raccolta. E cercare le persone migliori per rappresentarla, attraverso un bando aperto, contro le bande della politica e del sottopotere.

Possibile lo fa da sempre. E non lo fa per sé, ma per tutti quelli che ci vogliono stare. Ora tocca a voi, tocca a noi.

Quindi è fondamentale prendere impegni nitidi. Pagine chiare e numeri precisi, a fianco, come una tabella delle #cosedifuturo.

Chi vuole venire, farà strada, insieme a noi. Non è un casting (anche nel senso della casta), ma una ricerca di competenza, disponibilità, impegno civico e repubblicano). Una call for people, insomma.

Vi hanno fatto credere che sia solo questione di mettersi d’accordo tra politici: è invece questione di coinvolgere la società, nella partecipazione, per prima cosa, di condividere e partecipare.

E non solo dire, ma fare qualcosa. Di sinistra, certo, e di diverso.

Non è solo questione di mettersi d’accordo tra politici, ma di coinvolgere la società, nella partecipazione, per prima cosa, e di scrivere un manifesto insieme. Senza contrapporre chi fa politica nelle forme organizzate, chi la fa nei movimenti, chi semplicemente crede di poter portare il proprio contributo: queste sono contrapposizioni totalmente inattuali, che non spiegano nulla e non servono a nulla.

Non qualcosa di genericamente nuovo, ma qualcosa di diverso, con proposte inedite. Non c’è vero discorso senza una visione del futuro del paese, nitida, lineare e condivisibile, come scrive Giuseppe Antonelli.

Noi per la nostra parte questo lavoro lo stiamo facendo: è partito da lontano, ha avuto nella Costituente delle idee di febbraio una sua prima definizione, prosegue nei banchetti in giro per l’Italia e si comporrà al PolitiCamp di Reggio Emilia, a metà luglio.

Un Manifesto che sia un patto, repubblicano e civile. Che sia immediatamente un invito a partecipare.

Per l’[email protected].

(Manifesto è anche un bel nome, per la lista, per il progetto, per l’impegno che ci prendiamo)

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